Empatia

Unico vero antidoto all’egoismo e all’individualismo che troppo spesso portano alla disumanizzazione delle persone e degli ambienti più distanti. L’empatìa è l’esatto contrario, è il capire cosa sente un’altra persona: riscoprire l’umanità in chi ci sta di fronte, riuscendo a condividere le sue gioie e i suoi dolori come se fossero le nostre gioie e i nostri dolori.

L’empatìa è la svolta. Migliorare le capacità empatiche delle persone che incontriamo con i nostri progetti sarebbe già un gran risultato, indipendentemente da quali possano essere le specificità e le criticità che caratterizzano ciascuna delle situazioni in cui operiamo.

Tutti possiedono un potenziale empatico, ma non tutti (anzi pochissimi) lo utilizzano. Possiamo chiederci perché, tirare in ballo la società moderna, la ricerca di successo personale a tutti i costi, la diffusione a macchia d’olio dei social network come nuova modalità di espressione della nostra individualità. Ma, ancora meglio, possiamo iniziare a chiederci cosa si può fare per passare il messaggio che grazie all’empatia potremmo stare meglio tutti.

Non è necessario essere detenuti per sentirsi imprigionati, o essere dei senzatetto per sentirsi abbandonati: le emozioni negative le proviamo tutti. Quello che può davvero cambiare in una società empatica è il grado di accoglienza di queste emozioni nella società, accoglienza che ci permetterebbe di esternare con più tranquillità questi stati d’animo che invece, oggi, siamo abituati a tenerci dentro e ad accumulare. E ciascuno di noi dovrebbe sempre tenere presente che la relazione d’aiuto ci può coinvolgere sempre, in qualsiasi momento, dall’una o dall’altra parte, come aiutante o come persona che ha bisogno d’aiuto.