UBUNTU
Per EssereUmani l’ubuntu rappresenta allo stesso tempo il punto di partenza e quello di arrivo: tutte le nostre azioni sottendono il rispetto reciproco e l’idea che ci sia un legame di condivisione che unisce tutta l’umanità.
Un antropologo in Africa studiava gli usi e i costumi della tribù Ubuntu.
Un giorno, mentre aspettava l’auto che lo avrebbe riportato all’aeroporto, decise di proporre un gioco ad alcuni bambini…
Mise un cesto pieno di frutta sotto a un albero, poi chiamò i bambini dicendogli che chi avesse raggiunto il cesto per primo, avrebbe vinto tutta la frutta.
I bambini aspettarono tranquilli il segnale e quando fu dato il via si presero per mano e corsero insieme verso il cesto.
Arrivati al traguardo si sedettero felici, dividendosi il premio e godendone insieme.
L’antropologo sorpreso domandò loro perché si fossero uniti quando uno solo avrebbe potuto prendersi tutto ciò che si trovava nel cesto.
Essi risposero semplicemente: “Ubuntu, zio! Come potrebbe essere felice uno solo, se tutti gli altri sono tristi?”
“Ubuntu” è un’espressione in lingua bantu che indica “benevolenza verso il prossimo“. È una regola di vita, basata sulla compassione, il rispetto dell’altro. Appellandosi all’ubuntu si è soliti dire Umuntungumuntungabantu, “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”. L’ubuntu esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri, poiché è una spinta ideale verso l’umanità intera, un desiderio di pace. In quest’ottica le proprie energie devono essere utilizzate in favore degli altri, i deboli, i poveri, gli infermi, chi mi è accanto… Più semplicemente, è ragionevole trattare gli altri così come vorrei essere trattato.